Il trasporto delle merci in Calabria. Opportunità e sviluppo del territorio con l’aeroporto di Lamezia
Ma che fatica valorizzare dati e spunti positivi per un territorio che fatica a decollare, in tutti i sensi.
La settimana scorsa, in Regione Lombardia a Milano, ho preso parte come relatore nell’ambito del progetto di costruzione di una matrice O/D degli spostamenti dei veicoli commerciali e pesanti su strada al workshop “Verso una banca dati regionale dei movimenti dei mezzi pesanti e commerciali su strada”.
Tra le tante elaborazioni effettuate mi ha colpito il dato dell’Istituto Nazionale della Statistica (ISTAT) rilasciato per l’anno 2015 su tutto il territorio nazionale. Tenete conto che il sistema Italia ha movimentato nel 2015 più di 900 milioni di tonnellate merce su strada (quindi stiamo escludendo il porto di Gioia Tauro e gli aeroporti calabresi), mentre la regione Calabria ha movimentato “solo” 29,2 milioni tonnellate merce, pari a circa il 3% del volume nazionale complessivo.
L’83% di questa merce, circa 24,2 M ton, ha avuto origine e destinazione l’interno della nostra regione. Ovvero, quel poco che produciamo lo facciamo girare esclusivamente nei nostri territori. Per l’amore del cielo, stiamo parlando di traffico nazionale ad esclusione quindi del traffico estero, ma tant’è.
La quota restante, pari al 17%, di merce movimentata su strada viene:
· esportata verso altre regioni italiane per un totale di 1,3 milioni di tonnellate, di cui le prime quattro regioni Puglia, Campania, Basilicata ed Umbria ne assorbono circa il 44%;
· importata dalle altre regioni italiane per un volume di 3,7 milioni di tonnellate merce di cui il 77% circa proviene da sole quattro regioni (Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia)
Ma la domanda che ci poniamo è la seguente: qual’è la tipologia prevalente di merce movimenta in Calabria all’interno del territorio per l’83% ed all’esterno della regione per il 17%? Presto detto.
L’analisi incrociata dei dati con le diverse tipologie di classi merceologiche evidenzia una netta predominanza (ben 77%) del gruppo di merci “minerali metalliferi, altri prodotti delle miniere, manufatti in metallo, materiali da costruzione, prodotti ceramici”, per un volume complessivo di 20 milioni di tonnellate. Al secondo posto, con il 12% del volume totale, troviamo la classe merceologica “materie prime secondarie, rifiuti urbani e altri rifiuti, altre merci”, con un totale di 3 milioni di tonnellate. Il resto delle merci movimentate si disperde nelle restanti sei classi merceologiche.
Questo è il quadro delle merci trasportate su strada, francamente non brillante.
Ma rimangono ancora due macro tipologie di spostamenti da analizzare: il trasporto marittimo (intermodale con il ferroviario) nel porto di Gioia Tauro ed il trasporto aereo a Lamezia Terme (tralasciamo Reggio e Crotone per le disavventure dell’ultimo periodo).
Veniamo al porto di Goia Tauro. Dal sito istituzionale di Assoporti, l’associazione che raggruppa i porti italiani, alla pagina relativa ai “Movimenti in principali dei porti italiani al 2016”, si apprende come l’unico dato relativo al porto tirreno si riferisca ai contenitori movimentati nel 2016, pari a 2,8 milioni di TEU, corrispondenti a circa il 6% del volume rilevato dall’Associazione nei porti sul territorio nazionale. Mancano i dati relativi alle merci attinenti alle rinfuse solide e liquidi ed alle merci varie. Con i volumi di TEU si può pensare al transhipment o al trasporto intermodale gomma/ferro in partenza dal porto ma possiamo limitare il porto di Gioia Tauro a soli 3 milioni di teu/anno oppure è pensabile ipotizzare un porto che sia un vero e proprio cancello dell’Europa?
Aeroporto di Lamezia Terme. Un solo numero: 83. Sono le tonnellate di merce movimentate con cargo nei primi 10 mesi del 2017 nello scalo aeroportuale di Lamezia, a fronte di più di 100 mila tonnellate movimentate a livello nazionale. Sulle merci siamo quindi allo 0,08% del volume complessivo nazionale, un dato sconfortevole. Perché vi dico ciò? Perché nel business del trasporto aereo, il trasporto delle merci sta assumendo un peso crescente, sia per le compagnie aeree sia per le società di gestione degli scali aeroportuali. A seguito della fortissima concorrenza presente nel segmento passeggeri, molto aumentata soprattutto dopo l’ingresso dei servizi low cost, i margini di profitto del cargo sono divenuti decisamente interessanti. Ne è una dimostrazione il fiorire di nuovi progetti rivolti alle merci all’interno degli aeroporti, molti dei quali si sono dotati di spazi dedicati a tale attività con le cosiddette cargo city. Le principali compagnie aeree hanno da tempo costituito al proprio interno una divisione specializzata nelle merci ed in alcuni casi hanno trasformato tale divisione in impresa autonoma dedicata alle attività all-cargo e/o hanno dato vita a raggruppamenti di imprese.
Senza andare a scomodare il caso di Malpensa, prendiamo ad esempio l’aeroporto di Comiso, in Sicilia. La società di gestione, insieme al Comune, ha avviato un percorso di crescita e coinvolto il Governo dal quale ha avuto l’ok del Ministro Vincenti per puntare allo sviluppo del terminal cargo quale nodo a supporto dell’hub di Malpensa, oggi in forte espansione grazie al prossimo trasferimento di DHL da Bergamo.
Quindi, perché non procedere in tal senso anche per l’aeroporto di Lamezia Terme? I presupposti ci sono tutti, basta avere buona volontà e tanta, tanta professionalità, evitando processi di improvvisazioni.
MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.
Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.
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