C’era una famiglia che ora non c’è più. C’erano i sogni e le speranze di due giovani. E poi il silenzio…

RENDE (COSENZA) – Ma se anche ci fossero stati gravi problemi economici, che senso avrebbe avuto sterminare la propria famiglia? Se anche ci fossero stati debiti, magari imminenti pignoramenti, che senso avrebbe avuto togliere la vita a chi quella vita un uomo aveva dato? Se anche ci fossero stati problemi di natura economica, tali da finire in mezzo alla strada e senza un tetto sulla testa, la vita non è forse più forte di tutto? Cosa conta di più, vergognarsi di un fallimento e di conseguenza “fare brutta figura” con la gente che “chissà che pensa” e quindi farla finita “così tutto è più semplice”, oppure considerare la vita come un bene supremo e quindi riuscire ad andare oltre.

Qualunque cosa sia accaduta in via Malta a Rende, è certo che la vita è stata sconfitta.
Lungi da noi il giudizio! Non spetta certo ad un giornalista entrare nel cuore di una famiglia (che non esiste più) e sentenziare e criticare. Siamo certi che neanche psicologi&c riusciranno a spiegare le motivazioni di una tale follia. Non si potrà mai trovare un senso in quell’atto in cui la mano di un padre preme il grilletto contro un figlio.

Le indagini sono in corso ed esami più specifici e ben definiti potranno raccontare cosa è accaduto in una notte di carnevale del 2018 in una villetta di periferia dove sono stati esplosi diversi colpi di pistola (che nessuno ha sentito).

Oggi c’è una casa vuota che “ha visto” l’orrore. In frigo ci sarà ancora la lasagna rimasta dalla domenica. Panni stesi che nessuno raccoglierà. C’era una famiglia che ora non c’è più. C’erano i sogni e le speranze di due giovani. Le premure di una madre. I sacrifici di un padre. E poi il silenzio…

Candida Maione

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