Francesco ai malati: “Soffro con voi”

imageNel carcere di Castrovillari ai detenuti Francesco ha parlato da amico: “Anche io sbaglio”. Ai vescovi ha assicurato: “Siate sereni”. Agli ammalati dell’Hospice “San Giuseppe Moscati” si è rivolto con la sensibilità di chi conosce da vicino la sofferenza umana. Il Pontefice si è intrattenuto più di 40 minuti nella struttura sanitaria che ospita un centro di cure palliative e di terapia del dolore. Dopo avere salutato il responsabile, Francesco Nigro Imperiale, è entrato in ogni stanza, dove si è intrattenuto con i malati ed i loro familiari dicendosi vicino alla loro sofferenza.

“Il Santo Padre – racconta la signora Maria Rosaria, 49 anni, visibilmente emozionata – mi ha preso con entrambe le mani la testa. Non sono riuscita a trattenere le lacrime. E’ stato un momento indimenticabile. Mi sento una privilegiata”. Con un piccolo imprevisto . Il primario del centro di cure pallative, su espressa richiesta del Santo Padre gli ha rimosso con una pinzetta un piccolo frammento di legno che gli si era conficcato nel dito medio della mano sinistra.

Subito dopo, nella cattedrale di Cassano Jonio Francesco ha incontrato i sacerdoti e ha parlato come un fratello. Il “lavoro con le famiglie e per la famiglia” è ciò a cui il Papa incoraggia i parroci. E’ “un lavoro che il Signore ci chiede di fare in particolare in questo tempo, che è un tempo difficile sia per la famiglia come istituzione, sia per le famiglie, a causa della crisi”.

Nel discorso in Cattedrale il Pontefice ha richiamato “la gioia di essere preti e la bellezza della fraternità”. Poi ha chiesto: “Stiamo lavorando come buoni operai o siamo diventati un po’ degli impiegati? Siamo dei canali aperti, generosi, attraverso cui scorre abbondante l’amore di Dio o invece mettiamo al centro noi stessi, e così al posto di essere canali diventiamo schermi che non aiutano l’incontro con il Signore, con la luce e la forza del Vangelo?”.

Il Papa ha risposto ad alcune domande dei sacerdoti. Dopo l’incontro in cattedrale, il Papa ha pranzato in seminario con alcuni ospiti della Caritas e della comunità terapeutica Saman, fondata da Mauro Rostagno. Ma il momento che più rimarrà è la visita all’hospice dove appunto si è diretto nelle stanze dei degenti che ha salutato e benedetto. La stessa cosa ha fatto con i familiari degli ammalati che si trovavano nelle corsie. “Nelle stanze è stato veramente commovente. Il Papa si avvicinava agli ammalati stringendo loro la mano e dando carezze. E’ stata veramente un’atmosfera toccante, emozionante. Non nego di essermi commosso”, ha detto il responsabile della struttura, che insieme al vescovo Galantino ha accompagnato il Pontefice nella visita. “In una stanza – ha aggiunto Nigro Imperiale – un degente ha consegnato uno zucchetto al Papa e Francesco, dopo essersi reso conto che lo zucchetto datogli era della sua misura, ci ha consegnato lo zucchetto che in quel momento aveva in testa, sostituendolo con quello ricevuto in dono. Poi, una volta finita la visita nelle stanze degli ammalati, si è intrattenuto con tutto il personale della struttura sanitaria, medici, paramedici e amministrativi”.

L’hospice ha fatto dono al Papa di un quadro raffigurante la struttura sanitaria, l’immagine di san Giuseppe Moscati, a cui è dedicata, e ai quattro angoli del quadro ci sono quattro mani che cercano aiuto. Il quadro portava questa dedica: “A sua Santità papa Francesco, per la sua instancabile preghiera per i sofferenti, gli umili e gli indifesi”. “Il Papa – evidenzia Nigro Imperiale – è stato favorevolmente colpito sia dalla struttura dell’hospice e sia soprattutto per l’accoglienza umana che viene riservata ai malati e ai loro familiari, cosa peraltro confermata da sua mons. Nunzio Galantino, che ha sottolineato come nell’hospice cassanese si dà molta importanza anche all’accoglienza dei familiari dei degenti”.
Vaticaninsider

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