La crisi si sta portando via la vita!
Cosa spinge un uomo a togliersi la vita? Inutile porci questa domanda. Come fai a rispondere? Impossibile. L’animo umano è così vasto e fragile, sconosciuto a volte. Spesso abbiamo la pretesa di conoscere così bene l’altro, quello che ci sta più vicino, quando non riusciamo, invece, a conoscere e comprendere noi stessi.
Due giorni fa un imprenditore lametino di 55 anni ha compiuto un gesto estremo, rinunciando alla propria vita, ai propri affetti. Per risolvere la cosa in due chiacchiere potremmo affermare, quasi con forza, che è stato un debole, che non ha saputo risolvere i suoi problemi. Ma sappiamo bene che non è così. Lasciamo agli altri i giudizi banali ed affrettati. Come fai ad insinuarti nell’animo dell’altro, a giudicarlo? Che ne sai cosa prova?
Di una cosa siamo certi: è difficile chiedere aiuto. E quando lo chiedi, non è detto che arrivi.
Sui social network in tanti se la prendono con lo Stato, con Equitalia, con un sistema insomma che non tutela e difende i cittadini, ma li vessa, costringendoli, spesso, a rimanere senza niente.
La crisi sta certamente portando via quasi tutto alle famiglie italiane: i piccoli risparmi di una vita, il lavoro, la dignità. E non solo! La crisi si sta portando via la vita.
Non è più tempo di parole. E’ il tempo dei fatti! Quei fatti che consentiranno, ce lo auguriamo tutti, di far vivere meglio le future generazioni in una terra, quella calabrese in particolare, ormai in affanno da molto, tanto, troppo tempo.
Non vogliamo aggiungere altro! Sarebbe superfluo.
Candida Maione
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